top of page

bronzo dipinto a mano . 2023
cm. H.17 x 34 x 27
tiratura : 25+V prove d'artista

Questa scultura trae direttamente ispirazione dalla cultura giapponese che, sebbene possa sembrare orientata in modo allo sviluppo tecnologico e alla digitalizzazione. TSUBAKI trae ispirazione dalla cultura giapponese. In Giappone, nonostante le grandi metropoli e un’apparente propensione per la tecnologia, il legame con la natura è molto forte. La religione shintoista, di stampo animista, gioca un ruolo fondamentale nel rapporto tra uomo e natura, tanto da arrivare a ritualizzare il cambio delle stagioni. I fiori giapponesi hanno quindi un grande valore nella cultura del sol levante: non solo sono protagonisti di molteplici leggende ma diventano anche oggetto di una vera e propria arte chiamata Ikebana. Nello specifico TSUBAKI è la traduzione in giapponese del fiore che in italiano è denominato CAMELIA e il suo significato è attesa, amore eterno. Secondo la leggenda, la camelia proviene dall’isola di Honshu, in Giappone, il sacro luogo della Dea del Sole Amaterasu, da cui deriva la stirpe imperiale.
In quest’isola, il serpente Yamata no Orochi, ogni anno, esigeva il sacrificio della fanciulla più bella del villaggio.Finché, un giorno, Susanoo dio del vento si recò nell’oltretomba per creare una spada, all’interno della quale imprigionò un raggio di sole e con la quale trafisse il malvagio serpente. Ucciso il mostro, Susanoo poggiò la spada insanguinata sull’erba che si tinse di rosso e da quella macchia nacque un arbusto dai fiori bianchi con delle macchie rosse. Questi fiori vennero chiamati tsubaki, conosciuti anche come rose del Giappone. La loro caratteristica è di non perdere i petali, ma di cadere interi dalla pianta tanto da simboleggiare le vite interrotte prematuramente dal mostro.
(L’incredibile parallelismo vissuto nella mia esperienza, mi ha portata a cospargere il corpo di questa creatura di camelie collegate l’un l’altra da sinapsi e scie energetiche che riportano alla memoria esperienze mai del tutto metabolizzate, che solo negli ultimi anni, grazie ad un percorso di analisi, ho cominciato a comprendere e a perdonare).

per informazioni

bottom of page